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Vergogna

7 aprile 20207 aprile 2020da studiosilviamartinelligmailcom

Frances e Bobbi sono molto amiche, si conoscono intimamente e condividono moltissime cose, tra cui un piccolo appartamento in centro città. 
Un giorno Frances scrive un racconto, tracciando il minuzioso e poco lusinghiero profilo dell’amica, ad insaputa di quest’ultima. Bobbi lo viene a sapere, si sente tradita, venduta, inveisce contro Frances chiedendo spiegazioni. La compagna è sguarnita di giustificazioni e in questo frangente prova una sensazione di stordimento. 
Sul manoscritto che Bobbi le lancia contro, vede le parole contorcersi come piccoli insetti, percepisce una strana energia salire nel petto come fosse il preludio di un forte litigio. Probabilmente Frances sta sperimentando un sentimento di vergogna, assolutamente paralizzante, che manda in corto circuito la mente e il corpo. Tace, si siede sul letto e ascolta: Bobbi fa i bagagli quella notte. Frances sente il rumore delle ruote della valigia nel corridoio e della porta che si chiude. 

La storia è tratta da Conversations with friends, romanzo di esordio di Sally Rooney. Il capitolo dedicato a questo episodio finisce così e quello successivo comincia direttamente con gli avvenimenti della mattina seguente. Frances non dà sfogo ai sentimenti di vergogna, di colpa, di rimorso, che certamente avranno animato la sua nottata. Non racconta niente, glissa e passa al giorno dopo. D’altronde dalle emozioni scomode si sguscia via, più lontano e in fretta possibile. 

La vergogna è di fatto un sentimento tremendamente sgradevole. Ciò che hai commesso è talmente scorretto anche ai tuoi occhi che quasi non riesci a vedertelo addosso, roba da non riuscire a guardarsi allo specchio, da non dormire tranquilli di notte. Persino scrivere sulla vergogna è molto fastidioso, perché fa ritornare con la mente alla sensazione di essere portatori sporchi di qualcosa che non va, qualcosa di riprovevole. È un sentimento disturbante, legato alla consapevolezza o al timore di aver combinato qualcosa che altri giudicano scorretto. Una scorrettezza di carattere morale o sociale, verso la quale gli altri reagiscono con disapprovazione, disprezzo.

Il vocabolario Treccani distingue due sottotipi di vergogna, come a significare che questo sentimento possa essere anche meno intenso. Nella sua versione “light”, la vergogna è un’esperienza vicina alla timidezza, ad una sorta di pudore nell’esprimersi, in parole o azioni. Nonostante le sfumature, questi vissuti sono accomunati da una spiacevolezza di fondo, un disagio palpabile che spinge a nascondere il misfatto o a nascondere se stessi. Si dice infatti: “avrei voluto sotterrarmi”, “avrei voluto sprofondare sotto terra”. In queste situazioni scomode, fonti di imbarazzo, si fantastica spesso di sparire, di andarsene da quella scena, scavandosi una via di fuga dentro al terreno, scomparendo dallo sguardo scontento degli altri personaggi. Si immagina di potersi rifugiare al riparo dal giudizio, lontano dai propri errori. Il più delle volte queste vie di uscita sono effimere fantasie, che una volta svanite lasciano ancora più sconfortati, appesantiti dagli sguardi altrui che insistono a rimarcare quanto siamo stati scorretti. 

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